giovedì 22 ottobre 2015

O tu che di nome splendi (la città spagnola)

La città spagnola fioriva di gente in quell'agosto assolato
tremendo mordeva la pelle il sole, l'incertezza il mio cuore sconsolato.
Come avvicinarmi a te? Dove trovare le ali per il tuo mistero?...
Non sapevo come avvicinarmi al tuo sguardo, sfavillante tesoro.
 

E venisti tu da me, generosa, amabile e vitale
mi prendesti le mani e scherzasti e mi parlasti.Dio quanto il petto mi faceva male!
 A volte solare ammaliavi ogni cosa intorno a te
E quando schiva invece te ne stavi, ti volevo stretta a me.

E stringerti, stringerti, tenerti tra le mie braccia, forte!

Non posso credere che non ti avrò mai, e di aver tempo solo fino alla morte.
Quanti tentativi ho ancora?Nemmeno uno,non ti ho piú nella mia vita.


Vorrei,o tu che di nome splendi,che quell'estate non fosse mai finita.
Ma rimango lì, in quella città spagnola, tra la folla bruciante.
Ti possa arrivare un giorno questo mio sonetto, testimone di cuore amante.

Nessun commento:

Posta un commento